freud, le scarpe e la cocaina. qualche giorno fa avevo ai piedi un paio di scarpe davvero poco intelligenti, tanto per fare un calco dall'inglese, e dopo aver camminato per un po' con due maritozzi al posto dei piedi decido di provare a vedere se in uno dei tanti negozi di scarpe di via nazionale c'è qualcosa di ragionevole dal punto di vista del prezzo e della comodità. entro in un negozio con la mia amica susanna, vedo un bel paio di scarpe, chiedo di misurarle. il tizio del negozio mi porta la destra e me la fa misurare, passando senza soluzione di continuità dal lei al tu. mentre il tizio va a prendermi la sinistra susanna mi fa notare questa storia del lei e del tu e io le dico che anche a scuola mi capita con gli alunni: ci sono delle formule che imparano con il lei, tipo "scusi", ma il resto della conversazione è fondamentalmente "tu". e io le dicevo che ci tengo a insegnargli a dare del lei perché il loro uso del tu non è né frutto di scelta, né di sfrontatezza, né di amore per l'egualitarismo, ma solo di ignoranza linguistica. e mentre dicevo queste parole torna il tizio con la scarpa sinistra.
"ah lei insegna?" (passaggio definitivo al lei, visto che sono insegnante) "eh, ai miei tempi agli insegnanti li consideravamo delle divinità. No come 'sti regazzini de oggi. ma sa che le dico? dovremmo essere tutti più freudiani".
io e susanna: "...."
"perché freud diceva le cose, ma poi va' a vede'... freud ha scritto un libro sulla cocaina, lo sapevate?"
io e susanna: "no".
"si chiama io e la cocaina". (poi io e susanna abbiamo controllato, il libro in realtà si chiama la cocaina)
"cioè capito? questo è andato in bolivia o in colombia e ha provato la cocaina. e j'è piaciuta. e c'ha scritto un libro"
io: "oh che bello, sono veramente comode queste scarpe: le prendo".
"aho, vedi?", dice il tizio rivolto a susanna, dandole del tu, ma solo perché non sa che insegna all'università. "me cambia discorso!"
io: "no, no, prego, mi scusi, continui" (e intanto andiamo alla cassa).
"capito? c'ha scritto un libro".
io: "be', sì, all'epoca la cocaina e anche l'oppio erano usati a scopi tarapeutici".
"sì, ma il discorso è un altro. perché mettiamo caso che io a lei je do 'na sigaretta. e lei la fuma. e poi je ne do 'n'artra e lei la fuma. e poi je ne do 'n'altra e lei comincia a provacce gusto. che fa, lei, eh? che fa?"
so che è una domanda a trabocchetto. scopro tutte le mie carte e dico la verità: "mi scusi, ma non la seguo più".
"eh eh", ridacchia lui. "ce scrive 'n libro, no?"
"ah..."
io e susanna: "..."
io e susanna: "grazie. arrivederci".
"io e la cocaina se chiama il libro. no io io, eh? io lui, io freud. io e la cocaina. che lui l'ha provata e j'è pure piaciuta".
"eh, ora andiamo da mel e cerchiamo il libro... grazie, buongiorno".
"io e la cocaina!", ci grida dietro.
io: "ma non volevi provarti quegli stivali in vetrina?"
susanna: "ho cambiato idea".